Il primo rigore di Joshua

Il primo rigore di Joshua

Joshua è un bimbo autistico di 11 anni, questa è la sua prima esperienza sportiva all’interno di un contesto organizzato.

All’inizio dell’anno scolastico appena concluso è stato il suo educatore a proporre alla famiglia il progetto All Inclusive Sport. E così Jo ha incontrato il supertutor Tristano, esprimendogli il suo desiderio di giocare a calcio.

Sentito il Progetto Aurora – società sportiva di Reggio Emilia che svolge un lavoro straordinario di integrazione, con oltre 300 bambini tesserati – a novembre 2019 Joshua ha indossato per la prima volta le scarpe coi tacchetti e iniziato a frequentare i campi da calcio di Via Adua.

Il primo allenamento è – per impatto nel e sul contesto – molto significativo. Michele, il tutor che lo affianca, scrive nel suo diario queste righe: “L’impressione iniziale nei confronti di allenatori e compagni è stata ottima, oltre ogni miglior aspettativa: molti compagni si sono dimostrati particolarmente affettuosi e felici di avere Jo tra loro, altri magari più contenuti o indifferenti, ovviamente ognuno in base al proprio carattere, ma nessuno è sembrato infastidito dalla sua presenza. Allo stesso modo gli allenatori l’hanno accolto, lasciandolo libero di comportarsi come da sua natura, ma allo stesso tempo trattandolo esattamente come tutti gli altri”. Negli allenamenti successivi, Joshua ha preso confidenza con il gruppo e, nonostante le sue difficoltà comunicative, si è via via sempre più inserito all’interno di esso. Fino all’ultimo allenamento di febbraio in cui “durante la partitella finale si è creata, per la squadra di Joshua, l’occasione di battere un rigore e l’allenatore insieme ai compagni di squadra hanno deciso che fosse Jo a tirare. Prima del tiro tutti i compagni tifavano sportivamente per lui, incitandolo: Jo-shua Jo-shua Jo-shua! Joshua dopo una breve rincorsa ha tirato una fucilata di sinistro realizzando un goal bellissimo e, al contrario dell’altra volta in cui era rimasto impassibile, questa volta è corso felicissimo verso il pallone, ricalciandolo e prendendolo in mano per fare un intero giro di campo, inseguito dalle grida di esultanza dei compagni che volevano abbracciarlo. Sprizzava una gioia ed energia bellissime. È stato un momento splendido!” (Dal diario di Michele).

Poi è arrivato il lockdown e gli allenamenti sono stati sospesi per quattro mesi. Tristano ha continuato a comunicare con Jo e la sua famiglia attraverso telefonate periodiche. Michele ha realizzato alcuni video – come questo: https://www.youtube.com/watch?v=KrvOnbnmg9Q – per continuare l’attività, seppur da remoto. E Jo, a detta della mamma, ha trasformato il soggiorno della loro casa in un campo da calcio.

A fine giugno il Progetto Aurora, rispettando le disposizioni per lo svolgimento in sicurezza delle attività sportive, ha deciso di riprendere gli allenamenti in gruppo. Johsua ha così rimesso ai piedi le sue scarpe tacchettate e si è ripresentato al campo con lo stesso entusiasmo dei mesi precedenti. Ad accoglierlo c’erano i suoi compagni – in particolare Antonio, che è anche un suo amico di scuola – e Titti, la nuova tutor che lo seguirà in queste settimane estive e, probabilmente, anche il prossimo anno sportivo.

Perché Johsua ha già detto che a settembre vuole continuare a giocare e divertirsi insieme alla sua squadra.