Al Forum Risk Management, lo studio qualitativo su All Inclusive Sport
All Inclusive Sport: uno studio qualitativo sul progetto è stato presentato all’evento sanitario nazionale Forum Risk Management
Procede a grandi passi l’inclusione dei bambini e dei ragazzi con disabilità nelle associazioni sportive della provincia reggiana. All Inclusive Sport, il progetto coordinato dal Centro Servizi per il Volontariato CSV Emilia e realizzato grazie alla collaborazione di tante realtà locali, tra le quali la Medicina dello Sport dell’AUSL di Reggio Emilia, è entrato a pieno regime nell’anno sportivo 2023/24.
217 bambini e ragazzi con disabilità hanno ricevuto un colloquio di orientamento allo sport: 180 hanno già iniziato il loro percorso all’interno di una associazione sportiva locale e praticano già la propria disciplina preferita fra oltre 3.000 compagni senza disabilità. Per gli altri, si sta lavorando per l’inserimento.
Ma qual è il valore di un progetto come All Inclusive Sport, nato a Reggio Emilia e unico nel suo genere sul territorio nazionale?
All’evento nazionale Forum Risk Management di Arezzo, sono stati presentati i risultati di uno studio qualitativo condotto dalle unità operative della Medicina dello Sport e Prevenzione Cardiovascolare e di Ricerca Qualitativa dell’AUSL IRCCS di Reggio Emilia, in collaborazione con il corso di laurea in Terapia Occupazionale Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
Lo studio ha preso in esame le percezioni dei partecipanti ad All Inclusive Sport e ha indagato quali siano i facilitatori e quali le barriere all’inclusione sportiva degli atleti con disabilità: sono state condotte interviste semi-strutturate audio registrate e trascritte, su un campione di 32 persone composte da genitori e figli con disabilità.
I risultati dello studio evidenziano:
1. L’importanza della pratica sportiva con i coetanei a sviluppo normotipico: rappresenta un confronto positivo per gli atleti con disabilità, per migliorarsi a livello fisico e prestazionale. Ma emergono anche aspettative sociali mancate: non sempre sport = nuove amicizie.
2. L’importanza della gratuità di All Inclusive Sport
Non c’è nessuna barriera economica all’ingresso: la famiglia paga solo e direttamente l’associazione sportiva. Il bambino/ragazzo con disabilità è un atleta iscritto come tutti gli altri, dal primo giorno.
3. L’importanza della figura del supertutor, un vantaggio rispetto ai coetanei a sviluppo normotipico. Il supertutor fornisce un orientamento iniziale alle discipline e alle associazioni sportive accoglienti. Inoltre, garantendo supervisione costante sul percorso sportivo, offre ai ragazzi con disabilità la possibilità di scegliere, di provare e di cambiare sport, con una guida. Una figura che i bambini senza disabilità non hanno al proprio fianco.
4. L’importanza del tutor, nella metà dei casi (121 su 217) a fianco dell’atleta con disabilità in ogni allenamento.
Il tutor dedicato favorisce l’autostima dell’atleta, la consapevolezza dei suoi limiti e delle sue capacità / potenzialità. Facilita l’inclusione, le relazioni con gli allenatori e i compagni. Diventa una persona di fiducia per la famiglia. I genitori intervistati hanno sottolineato l’importanza della formazione specifica dei tutor, e la loro continuità nell’affiancamento al proprio figlio con disabilità.
5. La necessità di un maggiore impatto sul contesto
Il rapporto con gli allenatori e la loro preparazione sull’inclusione sono giudicati a volte insoddisfacenti.
Il sistema sportivo e i rigidi regolamenti delle Federazioni Sportive a volte limitano la partecipazione degli atleti con disabilità alle partite, e quindi alla vita della squadra.
I genitori intervistati hanno evidenziato la necessità di una maggiore comunicazione di All Inclusive Sport e dei soggetti pubblici/privati che collaborano al progetto.
I risultati più dettagliati della ricerca saranno presentati alle famiglie e alle associazioni sportive afferenti a All Inclusive Sport in eventi dedicati.
QUI IL POSTER CON I DATI selezionato dal Forum Risk Management per l’Officina delle Idee 2023l
QUI LE SLIDE della presentazione
“L’esperienza dei bambini con disabilità e delle famiglie che prendono parte al progetto All Inclusive Sport – uno studio qualitativo” è stato condotto da:
• Michela Compiani, terapista occupazionale, Azienda USL IRCCS, Unità operativa di Medicina dello Sport e Prevenzione Cardiovascolare
• Luca Ghirotto, ricercatore qualitativo e metodologo, Azienda USL IRCCS, Unità di Ricerca Qualitativa
• Matias Eduardo Diaz Crescitelli, ricercatore qualitativo e metodologo, Azienda USL IRCCS, Unità di Ricerca Qualitativa
• Gianni Zobbi, direttore Medicina dello Sport e Prevenzione Cardiovascolare Azienda USL IRCCS, Unità operativa di Medicina dello Sport e Prevenzione Cardiovascolare
• Barbara Ilari, medico dello sport, Azienda USL IRCCS, Unità operativa di Medicina dello Sport e Prevenzione Cardiovascolare
• Barbara Volta, direttrice della Didattica Professionalizzante, Azienda USL IRCCS, Direzione delle Professioni Sanitarie
• Marco Gambarati, laureando del corso di Terapia Occupazionale, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, corso di laurea in Terapia Occupazionale